I buoni fruttiferi postali dematerializzati sono un tipo particolare di buoni fruttiferi postali. Andiamo con ordine: questi ultimi sono titoli di Stato emessi da Poste Italiane che offrono un rendimento garantito al termine della scadenza.
Quando parliamo di buoni fruttiferi dematerializzati, però, facciamo riferimento a titoli non emessi in formato cartaceo, ma registrati in un apposito registro elettronico.
I vantaggi di questo prodotto sono indubbiamente una maggiore comodità e facilità di gestione. Gli svantaggi, all’opposto, includono l’assenza di un documento cartaceo da conservare.
Nella nostra guida completa analizzeremo questa forma di investimento, per capire come funzionano i buoni fruttiferi dematerializzati, quali tipologie esistano e quale sia il loro rendimento.
Come funzionano i buoni fruttiferi postali dematerializzati?
I buoni fruttiferi postali possono essere emessi in due forme: cartacea e dematerializzata.
I buoni fruttiferi postali cartacei sono titoli fisici, che vengono consegnati al sottoscrittore, il quale è responsabile della custodia e dell’utilizzo del titolo. Questi titoli sono emessi in tagli da 50 euro e multipli.
I buoni fruttiferi postali dematerializzati sono titoli non fisici, che vengono registrati su un apposito registro elettronico. Sono rappresentati da un’apposita scrittura contabile effettuata sul conto di regolamento del sottoscrittore (il conto di regolamento deve avere la medesima intestazione dei buoni).
In caso di rimborso, sia a scadenza che anticipato, l’accredito del montante maturato avviene automaticamente sul conto di regolamento. Il conto di regolamento non può essere estinto in presenza di buoni dematerializzati in essere.
Anche i buoni fruttiferi postali dematerializzati sono emessi in tagli da 50 euro e multipli e possono essere rimborsati anticipatamente sia per l’intero importo sottoscritto, sia parzialmente, nel rispetto del taglio minimo e dei multipli.
Infine, è ammessa la cointestazione dei buoni a più soggetti in numero non superiore a 4, con facoltà di rimborso disgiunto per ciascun intestatario.
Secondo quanto emerge da questa definizione preliminare, i requisiti per sottoscrivere buoni fruttiferi postali dematerializzati sono, molto semplicemente, essere titolari di un conto corrente postale o di un libretto di risparmio postale.
Come si possono sottoscrivere? É sufficiente rivolgersi a Poste Italiane, presso gli uffici postali sul territorio oppure online, sul sito istituzionale.
Tipologie di buoni fruttiferi postali dematerializzati
Chi decide di investire in buoni fruttiferi postali dematerializzati ha diverse scelte a disposizione.
Come fare a capire qual è quello più adatto a te? In linea generale devi tener conto di alcune discriminanti:
- orizzonte temporale di investimento – i buoni fruttiferi postali hanno una durata che varia da 1 a 30 anni. Dipende quindi se preferisci tenere un orientamento di breve termine (in questo caso sceglierai un buono con durata breve e rimborsabile in anticipo senza penali) o di lungo termine;
- livello di rischio desiderato – anche se i buoni fruttiferi postali sono un investimento sicuro (in quanto sono garantiti dallo Stato italiano), il rendimento è soggetto all’inflazione. Se sei disposto a tollerare un livello di rischio più elevato, puoi scegliere un buono con un rendimento variabile;
- esigenze di liquidità – i buoni fruttiferi postali possono essere rimborsati anticipatamente, ma in tal caso si applica una penale che varia a seconda della durata del buono. Minore la durata, maggiori le possibilità di rimborso anticipato senza penali.
Le tipologie di buoni fruttiferi dematerializzati sono:
- buoni fruttiferi postali tradizionali – offrono un rendimento fisso, calcolato su base annuale. Sono adatti a chi ha un orizzonte temporale di investimento a lungo termine e non è disposto a tollerare un livello di rischio elevato;
- buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione – offrono un rendimento fisso, in maniera analoga a quelli tradizionali, al quale si somma un’eventuale rivalutazione annuale in base all’inflazione. Sono una scelta valida per chi ha un orizzonte temporale di investimento a lungo termine e vuole proteggere il proprio capitale dall’inflazione;
- buoni fruttiferi postali a rendimento crescente – offrono un rendimento che aumenta progressivamente nel corso degli anni. Ciò significa che sono adatti a chi ha un orizzonte temporale di investimento a lungo termine ed è alla ricerca di un rendimento più elevato;
- buoni fruttiferi postali a tasso fisso – offrono un rendimento fisso garantito al termine della scadenza. In questo caso l’orizzonte temporale di investimento è a breve termine e il rendimento è non elevato ma sicuro.
Quanto rendono i buoni fruttiferi postali dematerializzati?
I rendimenti dei buoni fruttiferi postali dematerializzati variano a seconda della tipologia di buono e della durata.
Sul sito ufficiale di Poste Italiane puoi trovare uno strumento utile per simulare il rendimento di un buono e capire qual è quello più adatto alla tua strategia di investimento.
È importante ricordare che i rendimenti di questi buoni fruttiferi sono soggetti a tassazione separata.
Buoni fruttiferi postali dematerializzati: la tassazione
La tassazione separata è un regime fiscale che si applica a determinate tipologie di redditi, tra cui gli interessi maturati sui buoni fruttiferi postali dematerializzati.
In base a questo regime, gli interessi sono tassati in una misura fissa del 12,50%, indipendentemente dall’aliquota IRPEF applicabile al contribuente.
Ad esempio, se un buono fruttifero postale ordinario a 1 anno offre un rendimento lordo del 1,5%, il rendimento netto sarà pari a 1,25% dopo la tassazione separata.
La tassazione separata si applica anche agli interessi maturati sulle altre tipologie di buono fruttifero postale.
E in caso di rimborso anticipato? Gli interessi maturati verranno tassati solamente in base alla durata residua del buono.
Ad esempio, se un buono fruttifero postale ordinario a 1 anno viene rimborsato dopo 6 mesi, gli interessi maturati sono tassati in base a una durata residua di 6 mesi.
A conti fatti, la tassazione separata risulta essere un regime fiscale vantaggioso rispetto al regime ordinario, perché le tasse vengono pagate su un reddito inferiore.
Conviene investire in buoni fruttiferi postali dematerializzati?
Come ogni investimento, anche i buoni fruttiferi postali dematerializzati portano con sé alcuni rischi.
Il principale è il rischio di inflazione: il rendimento di questi buoni, come abbiamo visto, è soggetto all’inflazione. Se l’inflazione è elevata, il rendimento reale del buono può essere negativo. Per contrastare questo rischio è possibile sottoscrivere i titoli il cui rendimento è proprio legato alla svalutazione del potere d’acquisto del denaro.
Secondo rischio è quello di default dello Stato italiano. I buoni fruttiferi postali sono garantiti dallo Stato italiano. Tuttavia, esiste un rischio teorico che lo Stato italiano possa fallire: in questo caso, i buoni fruttiferi postali dematerializzati potrebbero non essere rimborsati.
È importante ricordare che questi rischi sono molto bassi, ma è sempre bene essere consapevoli di essi prima di investire in buoni postali.
Conclusioni
I buoni fruttiferi dematerializzati sono un investimento con un basso grado di rischio e capace di offrire rendimenti costanti (seppur non elevati) nel tempo.
In linea generale può essere considerato una valida alternativa ai conti correnti e ai libretti di risparmio postali. Come emerge dalla nostra analisi, però, non si tratta di una modalità di investimento adatta a chi cerca alti rendimenti ed è disposto a tollerare anche un livello di rischio più elevato.
Ciò che possiamo concludere è che non esiste un investimento consigliato ma la scelta dev’essere fatta sulla base delle proprie possibilità e della propria propensione al rischio.
L’importante è adottare una strategia definita e ponderata, con un portafoglio titoli costruito in maniera bilanciata e adeguata in base agli obiettivi che vuoi raggiungere.