Pianificare la pensione è, al giorno d’oggi, fondamentale. Con un’età pensionabile sempre più avanzata, infatti, il rischio è quello di essere costretti a lavorare ancora per molti anni dopo i cosiddetti -anta, a meno di muoversi per tempo.
Il modo più semplice per pianificare la pensione mentre si è ancora in età lavorativa è quello di ricorrere ad un piano pensionistico, che possa integrare l’indennità garantita dall’INPS e consentire uno stile di vita soddisfacente (cosa difficile con la sola pensione minima).
Cerchiamo di capire allora perché e quando serve istituire un programma di previdenza complementare, dandoti tutte le indicazioni necessarie a capire se anche tu dovresti iniziare a pensare a questa possibilità.
Da cosa dipende la pensione?
Percepire la pensione è il sogno di (quasi) tutti. Il problema attuale è che in Italia l’età pensionabile è particolarmente avanzata, rendendo questo traguardo irraggiungibile per molte persone.
Andiamo con ordine: la pensione di anzianità in Italia è un beneficio previdenziale erogato dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) a lavoratori che hanno raggiunto una certa età e che hanno versato contributi previdenziali per un numero sufficiente di anni.
Cosa serve per andare in pensione? Tenendo conto che alcune categorie di lavoratori potrebbero avere condizioni diverse (come insegnanti o lavoratori precoci), ecco i principali requisiti:
- età anagrafica – la pensione di anzianità inizia a essere erogata a partire dai 67 anni di età per gli uomini e dai 66 anni e 7 mesi per le donne (secondo le ultime disposizioni). Va chiarito che questa soglia viene rimodulata nel corso del tempo e potrebbe pertanto essere soggetta a modifiche;
- requisiti contributivi – per percepire la pensione di anzianità, è necessario avere versato un certo numero di contributi previdenziali, divisi in 2 categorie:
- contributi minimi – pari ad almeno 20 anni (requisito imprescindibile per accedere alla pensione minima, che per l’anno in corso è pari a è pari a 563,74 euro);
- contributi incrementali – variabili in base all’anno in cui si richiede la pensione, all’età del richiedente e alle leggi previdenziali;
Come avviene il calcolo dell’assegno pensionistico, o meglio, come fare a sapere quanto prenderai di pensione? L’importo è calcolato in base ai contributi versati durante la carriera lavorativa e alla retribuzione media percepita. Il calcolo è complesso, ma in generale, più contributi versi e più alta è la tua retribuzione, maggiore sarà l’assegno pensionistico.
Per ottenere una stima precisa della tua pensione di anzianità, è consigliabile consultare direttamente l’INPS che, sul proprio sito istituzionale, ha previsto una sezione apposita chiamata La mia pensione futura.
In alcuni casi specifici è possibile fare domanda di pensione anticipata, anche se qui bisogna mettere in conto una riduzione dell’assegno pensionistico in conseguenza del numero ridotti di anni contributivi.
Allo stesso modo è possibile chiedere di posticipare la pensione, anche se si tratta di situazioni poco frequenti.
Qual è la migliore pensione integrativa?
Come puoi immaginare, non esiste una pensione integrativa migliore in senso assoluto.
La scelta, infatti, andrebbe fatta sulla base delle esigenze, delle possibilità e degli obiettivi personali. Inoltre ricordati di considerare:
- il tuo orizzonte temporale prima del pensionamento
- la disponibilità di contributi aziendali, se applicabili
- le opzioni fiscali e le agevolazioni fiscali legate al piano
La scelta è piuttosto ampia e comprende, tra gli altri, i piani individuali pensionistici (PIP), che vedremo più nel dettaglio a breve. Questa è una delle opzioni più apprezzate perché permette una grande flessibilità a fronte di un rischio contenuto.
In alternativa si può guardare a:
- fondi pensione aperti – gestiti da società di gestione del risparmio che accettano adesioni da parte di individui. Sono un’opzione popolare perché offrono diversi profili di investimento tra cui scegliere;
- fondi pensione chiusi – specifici per un gruppo di lavoratori, come quelli di un’azienda o di un settore;
- PIR (piani individuali di risparmio) – offrono vantaggi fiscali in Italia e sono progettati per investimenti a lungo termine;
- assicurazioni sulla vita – alcune assicurazioni sulla vita offrono prodotti pensionistici che combinano un’assicurazione vita con un componente di investimento.
Come funziona il piano pensionistico?
Un piano individuale pensionistico (PIP) è uno strumento di previdenza complementare che si affianca alla pensione di anzianità erogata dall’INPS.
Questo strumento nasce proprio per le difficoltà insite nel sistema pensionistico, che negli ultimi anni hanno aumentato sensibilmente i rischi di non riuscire a percepire una pensione adeguata non solo alle proprie aspettative ma anche ad un tenore di vita considerabile soddisfacente.
Il piano individuale pensionistico è gestito da società private, solitamente imprese di assicurazione. La normativa stabilisce che il patrimonio raccolto attraverso i fondi pensionistici rimanga separato da quello delle compagnie assicurative, così da tutelare i risparmiatori.
Come viene alimentato un PIP? Sta al risparmiatore impegnarsi a destinare una parte delle sue entrate al piano pensionistico. Ciò può avvenire attraverso contributi mensili, trimestrali o annuali.
Tendenzialmente le compagnie assicurative lasciano un buon margine nella scelta dell’importo da versare nel piano pensionistico, permettendo anche eventuali variazioni al rialzo o al ribasso se in alcuni periodi ci dovesse essere maggiore o minore liquidità a disposizione del risparmiatore.
Ovviamente un PIP non è solo un semplice accantonamento: i fondi pensione investono i contributi dei risparmiatori in una varietà di asset finanziari (azioni, obbligazioni, immobili o altre forme di investimenti), per generare un ritorno sostenibile nel tempo.
Il capitale depositato verrà poi sbloccato al momento prefissato. Da qui il risparmiatore riceverà mensilmente quanto pattuito in sede di stipula, integrando la sua pensione di anzianità.
Quali sono i vantaggi del piano pensionistico?
Oltre a permetterti di integrare la tua pensione, un PIP gode anche della reversibilità: ciò significa che può essere destinato al coniuge o ad altri beneficiari, senza il rischio che vada perso.
Questa caratteristica lo rende molto prezioso come strumento previdenziale e di risparmio anche in favore dei tuoi famigliari, in maniera analoga ad una polizza assicurativa.
Al di là di questo, pianificare la pensione con un PIP ti permette:
- flessibilità di Investimento – a seconda del piano che sceglierai, potrai decidere come allocare i tuoi contributi pensionistici tra diverse opzioni di investimento, come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e via dicendo. Ovviamente ad una maggiore flessibilità corrisponde anche un maggiore grado di responsabilità nella gestione dei tuoi capitali;
- controllo personale – potrai pianificare le cose nel dettaglio, decidendo quanto contribuire ogni anno e quando ritirarti, adattando il piano alle tue esigenze finanziarie e personali;
- vantaggi fiscali – potrai godere di detrazioni fiscali sui contributi effettuati al piano, riducendo il tuo carico fiscale annuale.
Quando conviene la pensione integrativa?
Pianificare la pensione attraverso un PIP è molto utile in tutti quei casi in cui il lavoratore rischia di non avere un numero sufficiente di contributi versati o ha una carriera non continuativa.
Non si tratta, ovviamente, degli unici motivi per cui aprire un fondo per pianificare la pensione. Ecco le situazioni in cui dovresti valutare questa possibilità:
- assenza di un piano pensionistico aziendale – se il tuo datore di lavoro non offre un piano pensionistico aziendale o offre solo un contributo limitato;
- cambio di carriera o lavoro autonomo – se cambi lavoro e passi da un lavoro dipendente a uno lavoro autonomo, freelance o imprenditoriale, potresti perdere l’accesso a un piano pensionistico aziendale e dover assumere la responsabilità della tua pianificazione pensionistica;
- bisogno di un reddito pensionistico supplementare – per mantenere lo standard di vita desiderato anche durante la pensione;
- vantaggi fiscali – alcuni piani pensionistici individuali offrono detrazioni fiscali sui contributi versati;
- anticipo della pensione – se stai pianificando una pensione anticipata o una pensione molto anticipata e desideri una sicurezza finanziaria particolarmente elevata durante la pensione, un piano individuale può essere cruciale;
- benefici per i tuoi eredi – grazie alla reversibilità di cui abbiamo già parlato;
- mancanza di fiducia nel sistema pensionistico pubblico – legata soprattutto ad una situazione di instabilità del paese nel suo complesso, che si riflette anche sulle misure previdenziali;
- livello di contributi previdenziali insufficiente – come detto, un piano pensionistico è una soluzione valida in presenza di una carriera lavorativa discontinua o di un numero insufficiente di contributi previdenziali per avere diritto a una pensione pubblica completa.
Prima di scegliere lo strumento con cui pianificare la pensione, ricordati di valutare attentamente tutte le alternative a tua disposizione. Per farlo, potresti rivolgerti ad un consulente della tua banca o ad un broker indipendente che sappia indirizzarti al meglio verso la soluzione più in linea con le tue esigenze e i tuoi obiettivi di risparmio.